Il collettivo cresce dentro un esperimento che sgorga da anni di avventure/traversie individuali e da una costante analisi storica dei movimenti sociali.
Cammina oltre le illusorie velleità sbandierate dalla partitica e dal sindacalismo collaborazionista, assai care ai piani alti dei palazzi dorati. Si allontana con decisione dalle liturgie istituzionali di ogni genere.
Cerca, per questo, di raggiungere e mettere in contatto coloro che invece vivono una sofferta maturità senza cedere alle scontate lusinghe di una sedicente opposizione ampiamente omologata e asservita.
L’assemblea permanente diviene quindi uno strumento irrinunciabile. E’ quell’insieme di relazioni e interazioni quotidiane informali e capillallari, allorquando ognuno esprime disagio e dissenso senza delegare la propria resistenza.
Se, come dice Arturo Schwarz, “ogni essere umano è un anarchico che si ignora”, allora l’assemblea è l’opportunità di sciogliere questa ignoranza e di divulgarne le scoperte. In pratica di organizzarsi, armonizzando le voci intelligenti di strada e di vita. Dove e a chi poter parlare, altrimenti, delle intuizioni che chiedono ascolto e riconoscimento?
La redazione errante è alimentata da quel gruppo di persone che assume la responsabilità e la fatica di trovare sintesi e dare ospitalità a questa moltitudine di energie, attraverso il sito e eventi/avvenimenti non sorvegliati.
La condivisione dell’informazione liberata è vitale. Non vi è alcuna gerarchia tra assemblea e redazione ma continuo scambio, impegnativo e culturale. Non vi è appropriazione di nessun tipo, ma rispetto e attenzione rigorosa per la filosofia fondatrice.
Unica qualifica : rifuggire le accuse interessate e tanto alla moda di complottismo, e smascherare le pianificazioni delle grandi egemonie. A meno che «Armi silenziose per guerre tranquille» sia un documento di fantasia…
Questo è il miglior dono possibile che immaginiamo per i nostri figli e per l’umanità.